mercoledì 22 luglio 2015

Indovina chi viene a cena

A proposito della sentenza della corte di Strasburgo sui diritti LGBT in Italia e sulle unioni civili mi torna alla mente questo film del 1967: Indovina chi viene a Cena in cui non solo si parla del rapporto tra bianchi e neri ma anche del rapporto generazionale e riporto il dialogo tra il padre e il figlio di colore che discutono a proposito del matrimonio con la ragazza bianca.

Dialogo



Padre (Roy Glenn):

E io ti dico che lui è contrario, quasi quanto me se non di più! 
Insomma tu devi starmi a sentire John.
Guarda che io non voglio insegnarti come devi vivere, ma non l'avevi mai fatto uno sbaglio cosi grosso, lo sai bene che sei stato l'orgoglio mio e di tua madre dal momento che sei nato, ma adesso non sai quello che fai!
Questa faccenda qui è successa troppo alla svelta l'hai detto tu, fermati  un momento a riflettere perbacco, hai pensato a quello che dirà la gente di te? In sedici o diciassette stati d'America sarebbe un reato, sareste criminali. 
E anche se le cambiano le leggi, non cambierebbe come la pensa la gente su quest'argomento, per uno come me che ha rigato dritto per tutta la vita sarebbe una cosa dell'altro mondo. Capisci?

Figlio (Sidney Poitier): " Questa cosa, spetta a me deciderla, quindi sta zitto e fammi pensare!

Padre: Non ti permettere di parlare cosi, tu non hai il diritto di tapparmi la bocca dopo tutto quello che ho fatto per te, tu lo sai bene quanto lo so io. Si lo so bene cosa sei e dove sei arrivato. Ma io mi sono ammazzato per guadagnare i soldi che servivano per farti studiare. Lo sai quanta strada ho fatto con la borsa a tracolla in trent'anni? Settantacinquemilamiglia! E la sera zappavo la terra, per non far lavorare te e pagare i libri su cui dovevi studiare.
Le volte che tua madre aveva bisogno di qualcosa li spendeva per te, e non erano lussi mio caro: parlo di un vestito decente o di un cappotto. E adesso vuoi dirmi che questo non conta? Gli vuoi le vuoi spezzare il cuore?
Me ne infischio di quello che dice tua madre, avrà perso la testa anche lei, qui c'e l'ha vediamo tra me e te.

Figlio: Questa è la prima cosa sensata che hai detto stasera! C'e l'ha dobbiamo vedere tra noi.

Padre: Si allora io....

Figlio: Tu hai già detto quello che dovevi dire. Adesso parlo io! Tu hai detto che non mi vuoi insegnare come devo vivere, e finora cosa hai fatto?
Mi hai detto quali diritti ho e quali diritti non ho, quello che ti devo per ciò che hai fatto.

Ma lo sai cosa ti dico? Che io non ti devo niente
Se con la borsa a tracolla tu avessi fatto un milione di miglia, avresti fatto quello che dovevi fare: perché mi ci hai messo tu a questo mondo e da quel giorno tu mi dovevi tutto ciò che potevi darmi, e io lo dovrò a mio figlio se ne avrò un altro. 

Ma io non sono tuo, tu non puoi dirmi né dove né quando sto sbagliando, ne puoi tentarmi di farmi vivere secondo le tue regole, perché tu non sai nemmeno chi sono io,  Papà, non sai nemmeno quali sono i miei sentimenti e  cosa penso, se te l'ho dovessi spiegare non basterebbe tutta la vita per capirlo.

Tu hai 30 anni più di quelli che ho io Papà, tu e la tua sciocca generazione credere che quello che è stato per voi dovrà essere sempre, e finché tutta la vostra generazione non sarà sottoterra non riusciremo a levarci dal groppone il vostro peso morto, insomma ti devi togliere dal mio groppone.

Papà, ...papà insomma io sono tuo figlio ti voglio bene, te ne ho sempre voluto e te ne vorrò sempre, ma tu ti consideri un uomo di colore mentre io invece mi considero un uomo.
Adesso io devo prendere una decisione, la devo prendere da solo e devo fare alla svelta, quindi potresti andare fuori a badare alla mamma.



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