giovedì 15 maggio 2014

Costeja González vs Google: una lotta memorabile per il diritto di essere dimenticati

Ha vinto la sua battaglia contro Google, ma la vittoria è di Pirro. La corte di giustizia europea ha enormi implicazioni nel prossimo futuro.

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Se c'è una prima legge che si apprende su Internet è sicuramente quella delle delle conseguenze non intenzionali.

Tale deve essere la lezione che Mario Costeja González , spagnolo, che ha scatenato questo martedì in un contenzioso presso la Corte di giustizia europea (CGE) e la conseguente sentenza sul "diritto di essere dimenticati" on-line .

L'articolo di Costeja González voleva che il mondo dimenticasse una piccola nota lunga 36 parole, risalente al 1998, in cui si affermava che la sua casa era stata messa all’asta per pagare i debiti. La sua preoccupazione era che la posizione di rilievo tra i risultati di Google presentava quando veniva cercato il suo nome.

La buona notizia per Costeja González è che la Corte di giustizia ha condiviso la sua preoccupazione, stabilisce infatti il diritto del giornale che ne ha pubblicato la notizia perchè ha agito nell'interesse pubblico, ma Google stava violando la sua privacy nel rendere l'informazione disponibile anche dopo moltissimo tempo. Sedici anni dopo, sembra  che Costeja González ha vinto la sua battaglia. I giudici della Corte ritengono che i cittadini europei abbiano il diritto di richiedere la rimozione di alcune informazioni se esse siano “non adatte, irrilevanti o non più rilevanti”. Nel caso del cittadino spagnolo, digitando il suo nome sul motore di ricerca, la query dava fra i risultati di ricerca la messa all’asta della sua casa, per motivi di necessità economica, 16 anni fa. Secondo l’utente, veniva violata la sua privacy, in quanto Gonzalez, oggetto del pignoramento più di tre lustri fa, ha poi risolto la sua situazione economica. Google Spagna e Google Inc. avevano ricorso all’Audiencia Nacional (Spagna), chiedendo l’annullamento della decisione dell’Aepd. Ma il giudice spagnolo ha coinvolto la Corte di giustizia.

Adesso Google potrebbe venire travolta da uno tsunami di richieste di “deindicizzazione” alla società? Il cittadino avrebbe il diritto di ricorrere alle autorità competenti per ottenere la rimozione anche di contenuti online.

Eppure, inevitabilmente, la vittoria è di Pirro: la sentenza della Corte di giustizia ha enormi implicazioni, ed è molto controversa - si potrebbe aggiungere oneri significativi per le imprese on-line , e potrebbe anche portare alla chiusura degli uffici europei da parte dei giganti mondiali del IT per sfuggire alla portata della sentenza, prima che si estenda in tutto il mondo senza considerare le implicazioni del caso. Infatti un tale diritto per la protezione dei dati personali, potrebbe mettere i bastoni fra le ruote al funzionamento dei motori di ricerca. Secondo lo studio Latham & Watkins, andranno messi a punto criteri per distinguere persone pubbliche (per cui è necessaria la trasparenza e di cui bisogna conoscere tutto) e individui privati: ma ciò comprorterà costi extra per i serch engines. Anche secondo Ernst - Young, la sentenza europea è un terremoto per chi archivia dati.

La cosa incredibile è questa che nel 1998, Costeja González  ha lottato per un piccolo articolo di 36 parole in spagnolo e  martedì, 840 articoli dei grandi Media di comunicazione di tutto il mondo sono stati scritti in riferimento al suo caso, anche nei paesi in cui non si sarebbe mai pronunciato il nome del Sig González , e dove la sentenza della Corte di giustizia europea non potrà mai giungere.

Un tentativo fallito di sopprimere un pezzo di informazione che porta alla sua diffusione globale è uno dei fenomeni internet più antichi e famosi: l' effetto Streisand (dal nome di un tentativo fallito da Barbra Streisand per avere le foto della sua casa presa offline).

Costeja González ha vinto la sua battaglia per il diritto di essere dimenticato, o almeno a scomparire. Purtroppo per lui, la lotta è stata dannatamente memorabile, un classico caso di Davide contro Googlia

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